La Super Luna 

​La Luna si sta lentamente avvicinando al culmine della fase di plenilunio apparendo domani la più grande degli ultimi 70 anni circa. Ma cosa sappiamo del nostro unico e tanto ammirato satellite naturale. Innanzitutto che si trova a solo 384.400 km circa da noi così che possiamo distinguere a occhio nudo rilievi e crateri della sua superficie terrestre. Esso, inoltre, è in rotazione sincrona (nota anche come risonanza spin-orbita) con la Terra e quindi rivolge verso di noi sempre la stessa faccia. In realtà la parte visibile è più della metà circa il 59% del suolo lunare, per il fenomeno definito librazione.  Ma vediamo di capire cosa osserveremo nei prossimi giorni guardando la grossa palla luminosa nei nostri cieli. La prima mappatura della faccia visibile della Luna fu fatta nel XVII secolo indicando con “mare” le aree scure e “terra” quelle più chiare ( fu poi scoperto che sulla Luna non c’è acqua ma nonostante ciò si sono mantenuti questi nomi).CRATERI – Osservando la superficie della Luna la prima cosa che appare agli occhi sono tre grandi crateri: Tycho nella parte inferiore del disco, Copernicus e Kepler più in alto.

tychos – Il primo ha un diametro di circa 88 Km è un cratere molto noto e facilmente osservabile anche a causa della ricchissima raggera chiara, la cui lunghezza raggiunge i 1500Km, particolarmente in direzione SO-NE. Le pareti sono ben conservate, segno che il cratere è giovane, del periodo Copernicano, con pareti interne terrazzate. Al centro della pianura centrale piatta, c’è un picco che raggiunge i 2,5 Km di altezza rispetto al fondo, con un vicino più piccolo, a NE.
copernicus – Il secondo si trova a NO del centro lunare, nella zona centrale dell’Oceanus Procellarum, a N del Mare Insularum e a S della catena dei Montes Carpatus, che delimita inferiormente il Mare Imbrium. E’ largo 90 Km e le sue pareti, notevolmente terrazzate per scivolamento interno del bordo, si alzano per 3,7Km sul piano circostante. Il perimetro esterno è vagamente esagonale e nel suo versante orientale presenta una formazione sporgente verso l’interno che costituisce un punto di riferimento per l’osservazione. Il fondo è piatto, cosparso, a S, da numerose e fitte colline. Il picco centrale è costituito da 3 formazioni diverse di 1,2 Km di altezza, quindi il fondo del cratere è più alto di circa 800m rispetto al piano esterno. È meno luminoso di Tycho.
kepler– Il terzo si trova nel quadrante Nord Ovest della Luna, posto ad oriente dell’Oceanus Procellarum. Ha un diametro di circa 32Km che risale al periodo Copernicano. E’ un cratere circolare isolato con una vasta raggiera chiara. Ha versanti scoscesi specialmente a Sud e su cui si trova Kepler F ad Ovest. Ha alte pareti poco terrazzate e un fondo abbastanza tormentato. Ha un rilievo centrale poco prominente, collinette e piccoli crateri

MARI – Le zone scure costituiscono i così detti “mari” della Luna. I principali sono: in basso i Mari Nubium , Nectaris e Humorum; al centro il grande Oceanus Procellarum, il Mare Insularum e il famoso Mare tranquillitatis; in alto il Mare Imbrium, il Mare Serenitatis e il Mare Frigoris.
MONTI – Tra i principali monti, in analogia con la Terra, ben visibili restano i Monti Appennini, le Alpi, i Carpazi e i monti caucasici.
monti appennini – i primi si trovano nella regione Nord della Luna, in prossimità del primo e dell’ultimo quarto. Questa è la catena montuosa più imponente della Luna, con un’estensione di circa 600 km (poco meno degli Appennini terrestri) ma con vette molto più alte, mediamente sui 4000 metri. Tra queste punte spicca il monte Huygens, che con i suoi 5500 m è la montagna più alta della Luna.
alpi – le Alpi è la catena montuoso che si trova nella parte settentrionale della Luna e si estende per circa 280 km per poi proseguire in maniera intermittente con montagne più isolate. Le vette raggiungono i 1800-2400m.
carpazi – I monti Carpazi si trovano sul bordo meridionale del Mare Imbrium ed è una formazione rocciosa con diametro di circa 361 km che si estende principalmente da Ovest verso Est

Inferno-Film

Meno enigmatica dei precedenti Il codice Da Vinci e Angeli e Demoni, più vorticosa nella successione di eventi e con un ritmo sostenuto, la nuova avventura dell’esperto di simbologia religiosa Robert Langdon è ambientata a Firenze per buoni due terzi di storia, prima di traslocare aVenezia e Istanbul. Il regista Ron Howard si lascia sedurre senza opporre resistenza dai colori e dal profilo rinascimentale del capoluogo toscano. Pur non trattandosi di uno dei recenti documentari che esaltano la bellezza della città dettaglio per dettaglio,Inferno tratta Firenze con i guanti, con spettacolari riprese aeree e veloci passaggi tra il Giardino di Boboli, il Corridoio Vasariano, gli Uffizi e Palazzo Vecchio. Alla fine non è detto che non sia la città ad aver fatto un favore al film, piuttosto che il contrario

É stato bello vedere anche questo film con te my Elizabeth :-* 

Dottor Strange

  È stato bello vederlo insieme My Elizabeth :-* 

 trailer ita 

https://youtu.be/p8plN5PVIzc

Come gli antichi dei, gli eroi creati da Stan Lee, Steve Ditko, Jack Kirby e altri magnifici pionieri si amano, si odiano, litigano, si combattono, si innamorano di esseri umani. E come i Titani che si ribellarono all’Olimpo, i mostruosi Cattivi di questo universo cercano costantemente di detronizzarli. Non è certo un caso l’inserimento degli Dei di Asgard o di creature come Submarine nel pantheon dei supereroi “umani”: i fumetti Marvel sono figli del loro tempo e molto meno ingenui di quanto possa sembrare. I migliori film che ne sono stati tratti hanno colto entrambi gli aspetti, quello mitologico/colto e quello pop, colorato e logorroico.Mancava fino ad ora nell’universo cinematografico un personaggio particolare come il Doctor Strange, che introduce in questo variegato panorama le arti mistiche, la meditazione, le arti marziali e i concetti di corpo astrale, dominio della mente sul corpo e dimensioni plurime tanto cari a quelle dottrine orientali che proprio negli anni Sessanta diventarono parte integrante della controcultura americana. Il film diScott Derrickson scherza su queste manie, di fronte alle quali l’uomo di scienza, il brillante e arrogante neurochirurgo Stephen Strange, rimasto privo dell’uso delle sue (magiche mani), è, prima della conversione, completamente scettico.

I mondi fantastici e caleidoscopici che Strange scopre sotto la guida dell’Antico sono stati all’epoca associati all’uso di droghe allucinogene, spesso citate nel film e nel cammeo di un ilare Stan Leeche (spoiler) su un autobus legge “Le porte della percezione” di Aldous Huxley, uno dei testi chiave sull’argomento. Tutti questi elementi il film di Derrickson li inserisce perfettamente in una classica origin story di maturazione e scoperta di sé e del proprio compito nell’ordine delle cose. Che lui e il suo cosceneggiatore Cargill siano autori di horror è evidente dalla cupezza che – nonostante le battute e i momenti di alleggerimento – aleggia su tutto il film.

Gli esseri umani in questa guerra dei mondi non sono contemplati (a meno che non siano stregoni o mutati dal male come il Kaecilius di Mads Mikkelsen), ma piuttosto ignari o marginali, come l’ex fiamma di Strange (Rachel McAdams) o il collega interpretato da Michael Stuhlbarg. L’idea – contestata dai puristi – di trasformare l’Antico in una donna – per altro molto androgina – appare invece sensata proprio per l’ambiguità di Tilda Swinton, essere senza età né sesso. Visivamente il film è impressionante e in 3D l’effetto è vertiginoso e stordente: belli soprattutto i mondi rotanti e i palazzi che si piegano su se stessi, paragonati da alcuni ad Inception e che a noi hanno ricordato invece le impossibili geometrie di Escher, il cubo di Rubik e la scatola dei Cenobiti diHellraiser.

A conti fatti, Doctor Strange è un gran bel film, molto divertente e arricchito da interpreti perfetti come Cumberbatch,Ejiofor e Wong. Se gli manca qualcosa per arrivare all’eccellenza è un maggiore spessore del cattivo di Mikkelsen e un po’ più di spazio per gli agli altri personaggi umani. Ma la Cappa della levitazione, l’Occhio di Agamotto e i due finali in mezzo e dopo i titoli di coda(lo ripetiamo: non uscite prima dal cinema come certi scriteriati colleghi!), compensano le mancanze. Benvenuto dunque al Doctor Strange, che ci riporta a un tempo in cui la magia era una scienza troppo seria e da grandi per essere insegnata ad Hogwart